Il Giovane Frankenstein
I PAPU in Il Giovine Frankenstein
Liberamente tratto dal film di Mel Brooks “Frankenstein Junior”
PERSONAGGI ED INTERPRETI:
“Il Doctor Frankenstein”: Andrea Appi
“Igor ”: Ramiro Besa
“Ingha”: Anna Nigro
“Frau Blucher”: Stefania Petrone
“Elisabeth ”: Maria Grazia Di Donato
“Il mostro ”: Enzo Samaritani
“L’ispettore Kemp”: Paolo De Zan
“Rosentald ”: Enzo Samaritani
“Eremita ”: Paolo De Zan
“Allievo ”: Paolo De Zan
Una Produzione Associazione Culturale I PAPU e Teatro a la Coque
Il Teatro a la Coque di Pordenone e il duo comico I Papu propongono uno spettacolo teatrale liberamente tratto dalla sceneggiatura del film “Frankenstein Junior”di Mel Brooks rivisitata e adattata per la scena da Costantino De Luca e Pierluca Donin. La pièce teatrale, la cui regia è stata affidata a Mirko Artuso, si ispira ai dialoghi e alle atmosfere del capolavoro in bianco e nero del 1974 con le celeberrime interpretazioni di Gene Wilder e Marty Feldman, riproposte da Andrea Appi nel ruolo del Dottor Frankenstein e di Ramiro Besa in quello di Igor (Papu).
Note di regia
Ho lavorato alla messa in scena di un classico del cinema come Frankenstein Junior considerandolo un nuovo allestimento, come inderogabile necessità di superare i confini del precostituito, per creare uno scambio sempre vivo con il pubblico. In questo spettacolo confluiscono, infatti, la tradizione della Commedia dell’Arte e quella delle forme di comicità contemporanea.
Tutto questo deriva dall’ inventiva e dalla vis comica con cui si riesce a rimaneggiare gli originali (in questo ho trovato nei Papu degli straordinari alleati), creando un connubio tra i più raffinati modelli teatrali e le espressioni tipiche della cultura popolare.
Credo di aver capito che per portare in scena la commedia cinematografica non basta semplicemente tradurla in scena teatrale, ma è necessario trovare una nuova scrittura scenica, perché il pubblico la possa apprezzare. Così facendo, si può innestare nuova linfa vitale nella commedia. Coinvolgendo gli attori, ho cercato il modo di divertirmi con l’idea dell’imitazione, creando un gioco a tutto campo: prologhi, monologhi, battute “a parte”, conducendo l’evento teatrale su un doppio binario, portando gli spettatori in una dimensione metateatrale, scandita dal ritmo incalzante dell’improvvisazione che si fa scrittura scenica e viceversa. E’ un modo nuovo di concepire la commedia, con i suoi personaggi spinti verso il parossismo (momento di massima intensità di un processo morboso).
Con l’allestimento de “Il Giovine Frankenstein” mi sono divertito a proiettare la commedia in una dimensione interculturale, in una sorta di comunità multietnica, fiabesca e surreale, dove si fondono i più svariati elementi linguistici, culturali e figurativi. Ho cercato di mettere alla prova gli antichi meccanismi del teatro, confrontandoli con le moderne dinamiche di un mondo globalizzato, nell’intento di dimostrare quanto quei meccanismi siano il fondamento di una comicità dalle forme e dai contenuti sempre attuali. L’allestimento scenico, parte da un’idea semplice e dinamica dove tutto è svelato, un luogo (che ricorda molto un set cinematografico) in cui finzione e realtà convivono e spesso si confondono.
Mirko Artuso