I PAPU in “Il Conte alla Rovescia”
Interpreti Andrea Appi & Ramiro Besa
Testi e Regia di Andrea Appi, Ramiro Besa
Musiche Massimiliano Coden
Durata Atto unico di 80 minuti
Produzione a.ArtistiAssociati Soc.Coop.
Torre di Pordenone, 28 marzo 1951.
Giuseppe Conte di Ragogna viene incaricato dalla Soprintendenza alle Antichità delle Venezie di dirigere gli scavi presso la Villa d’epoca romana che egli stesso ha recentemente portato alla luce.
I suoi concittadini lo percepiscono come un personaggio “strano”.
E’ biasimato e deriso per la sua passione quasi maniacale per l’archeologia ma con questo incarico ufficiale può finalmente dimostrare a tutti i suoi detrattori di non essere un “bluff” e che l’attività di studio matto e disperato che ha svolto per molti anni in completa solitudine ha in realtà un alto valore scientifico.
E lui invece cosa fa? Si ritira dall’incarico e lascia tutto nelle mani della Soprintendenza, facendo come quel marito che per far un dispetto alla moglie si taglia il pisello.
Perché?
Perché nel ‘34 interrompe di colpo una discreta carriera di scrittore e drammaturgo? Perché, in tutte le foto ufficiali, complice forse un volto aquilino e un naso da sparviero, risulta sempre avere un’espressione un po’ così?
Uno spettacolo con tanti perché e nessuna risposta, chimerico, fluido e scoppiettante, a dispetto dell’età media del cast. Un tentativo di dipingere e descrivere la personalità complessa ed irrequieta di un uomo nato nobile e morto povero, alternando entusiasmi e riconoscimenti ad emarginazione e delusioni, caratterizzata da infiniti giri in bicicletta con il sogno di cercare risposte sul passato della sua regione, il suo amato ma poco riconoscente Friuli, ma soprattutto, e qui entriamo a piè libero e sospinto nel campo delle pure ipotesi speculative, per cercare risposte sul proprio destino di scrittore, letterato, storico, archeologo ma fondamentalmente di Uomo.